Draghi ed Eroi(peccano non ce ne siano...!)

Le avventure di un Barbaro, un Monaco, un Ranger, un Chierico e un Ladro (e il loro prode Master)

Ricordiamo il vecchio amico Elvor, compagno di avventura e bevuta...
...morto in battaglia per la causa del bene.

19 febbraio 2006

Questo posto mi da il voltastomaco.
Ormai sono giorni che non vediamo il sole e non ho idea di quanto tempo sia passato dal nostro ingresso in questo umido labirinto sotteraneo. Riposiamo quando siamo stanchi ma non sono mai riuscito ad addormentarmi veramente, ma ci sto facendo l'abitudine.
Quello che non riesco più a sopportare è l'odore. L'odore di morte, umido e pesante che ad ogni passo verso il basso si fa più pesante ed intenso. E' l'odore del male, ricacciato dal mondo degli umani nelle oscurità di questo luogo, dove dorme da tanti, innumerevoli anni.
Siamo forse troppo intraprendenti, avanziamo di porta in porta, cercando di capire di più sul passato di questo luogo, inconsapevoli esploratori di una verità che forse non siamo in grado di comprendere.
Elvor ha capito il mio stato, ha visto i miei occhi e si rende conto di quali pensieri stanno minando la mia volontà.
Nei momenti di riposo, quando c'è silenzio, mi tornano alla mente dei ricordi che pensavo sotterrati per sempre.

Eravamo a casa nella nostra capanna, avrò avuto 10 anni, e l'oscurità era già arrivata, anticipata dall'inverno.
La nostra casa era lontana dal villaggio, vicino ai campi della foglia di the, appartenuti da generazioni alla mia famiglia. Mio padre Ron era stato chiamato dall'esercito halfling, erano i tempi delle guerre fratricide tra clan. Mia madre Lena, stava preparando un frugale brodo di verdure quando fecero irruzione 2 umanoidi, che in seguito conobbi con il nome di orchi. Ci chiesero da mangiare, mia madre rispose che avevamo solo del brodo di verdure. In risposta presero mio fratello minore (n.d.r. Spinello) e con un colpo di machete gli troncarono la testa, buttandola in pentola.Ricordo le loro parole: "Adesso abbiamo anche la carne".
Scappai dalla finestra, senza avere il tempo di prendere nulla, correndo per la conosciuta foresta senza mai voltarmi. Corsi in direzione del sole fino allo sfinimento. Un giovane chierico devoto al dio Corellon mi trasse provvidenzialmente in salvo. Non vidi mai più mia madre, e non ho speranza di vederla nuovamente.

Questo silenzio mi distrugge e questo odore mi logora. Spero che qualche non morto si avvicini, così la mia mente sarà occupata e smetterò di ricordare. Non voglio più ricordare.
Voglio solo pensare a pietre preziose e monete, che questa avventura ci regalerà. Se dio vorrà.

Spin Fogliadithe