Draghi ed Eroi(peccano non ce ne siano...!)

Le avventure di un Barbaro, un Monaco, un Ranger, un Chierico e un Ladro (e il loro prode Master)

Ricordiamo il vecchio amico Elvor, compagno di avventura e bevuta...
...morto in battaglia per la causa del bene.

13 maggio 2006

"Thus ends the last battle. By the treachery of men, the field is lost. The night falls, and great is the triumph of evil".

Le parole dell'antica profezia riecheggiano nella mia mente, si ripetono, rimbalzano e sopraffanno tutti gli altri pensieri. Non avevo mai voluto crederci, ma.. forse in fondo lo avevo sempre saputo.
Tra il fumo e i boccali di birra di una locanda come tra i fuochi sovrannaturali della battaglia, qualcosa, come un'ombra, si è sempre posta tra gli eroi (si, nonostante tutto non esito a definirli eroi) e un glorioso destino che a loro è stato negato, stavolta per sempre.

Spingo all'indietro il cappuccio del mio mantello e lascio che la luce colorata proveniente dalle vetrate in alto illumini la mia faccia mentre attraverso la cattedrale silenziosa. I miei passi riecheggiano. Davanti a me, su un drappo bianco circondato da fiori, giacciono due urne cinerarie e tre corpi senza vita, due uomini e una donna, ricoperti dal sudario bianco recante le insegne del tempio di Corellon.

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Tutto è cominciato una notte di luna piena, sulle colline che circondano la città maledetta di Nulb. Spin, durante il suo turno di guardia, stava scarabocchiando su un foglio la sua ultima geniale anche se complicata idea, di cui avrebbe presto parlato con un suo amico di Hommlet, esperto nell'arte dell'artigianato. A un certo punto un'ombra silenziosa, talmente silenziosa da essere sfuggita anche alle orecchie più che allenate del giovane ladro, l'aveva colpito alle spalle, provocandogli una fitta di dolore lancinante alla schiena e scaraventandolo disteso a poche spanne dal falò del campo. Spin, immediatamente conscio del pericolo, si era immediatamente voltato verso la direzione in cui si trovava un istante prima: quello che vide lo lasciò a bocca aperta.

Davanti a lui si stagliava una gigantesca ombra, ma diversa dalle ombre con cui aveva a vuto a che fare in precedenza. Non una semplice ombra scura e informe, ma l'ombra di un guerriero in armatura pesante con scudo finemente decorato e un'enorme spada a due mani che lui reggeva senza fatica solo con la destra. L'ombra se ne stava, in silenzio, davanti a lui, e lo fissava con gli occhi di brace. Un brivido lo percorse da capo a piedi quando vide che la spada del misterioso nemico grondava sangue, e solo allora si accorse che il sangue era suo. La ferita alla schiena bruciava da morire; portò una mano alla parte posteriore della sua armatura di cuoio e la vide coperta di sangue. Il mondo attorno a lui cominciò a girare, e prima ancora di poter gridare un'invocazione d'aiuto cadde a terra privo di sensi.

L'ombra, nel silenzio che ora era divenuto assoluto, si voltò verso il giaciglio ove poco lontano riposava Dum, il nuovo chierico del gruppo, e ringuainò la spada. Alzò lo sguardo al cielo, e sibilò alcune parole incomprensibili. Poi rivolse la mano al cielo, e in mezzo alle nubi rischiarate dalla pallida luce lunare si accese un bagliore rosso di fuoco. Poi abbassò la mano di scatto, e una enorme colonna di fuoco rombando si schiantò sul povero chierico, che non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi di quanto stava accadendo. Quando le fiamme si spensero, per terra non era rimasta che cenere e frammenti contorti di metallo, e l'ombra era sparita nel nulla da cui era arrivata.

Spin si sentì scorrere in gola un liquido dal sapore conosciuto, e capì che qualcuno gli stava somministrando una pozione guaritiva. Immediatamente aprì gli occhi, e vide sopra di se la faccia conosciuta di Wars che lo riaccolse nel mondo dei coscienti con un sorriso tirato. Nel momento stesso in cui aprì gli occhi sentì una voce femminile che gridava "lascialo a me!". Si sentì strattonare e si accolse che Xanaphia, la bella Xanaphia, ora irriconoscibile a causa del terrore che traspariva dai suoi splendidi occhi annebbiati dalle lacrime, lo stava scuotendo tenendolo con due mani per il vestito. Prima ancora che potesse reagire, con la mente ancora annebbiata dal dolore, vide Goliath avvicinarsi alla giovane elfa, mettergli la mano attorno alle spalle e con la voce più posata possibile dirle "lascialo stare, non è stata colpa sua.. non è stata colpa sua". Spin incredulo si alzò sui gomiti e si guardò attorno, e una fitta di orrore lo percorse quando vide lo spiazzo bruciato a poca distanza da lui, i frammenti anneriti di ossa e i pezzi di metallo contorti. "Lui.. Dum.. Lui".. "Si", rispose lentamente Goliath, "Dum è morto. Ci puoi dire che cazzo è successo stanotte? Noi non abbiamo sentito nulla!"

"Io non lo so!" gemette il piccolo Halfling, in preda al dolore, "non lo so! Un guerriero emerso dal nulla mi ha colpito alle spalle e sono svenuto!".

"Bugiardo!" singhiozzò Xanaphia "bugiardo! Nessuno avrebbe potuto prenderti alle spalle! Era il tuo turno di guardia!! Sicuramente te n'eri andato in giro come fai di solito!"

"Stai scherzando, spero" esclamò Spin, immediatamente vigile e in piedi "cosa stai insinuando?"

"Per te il gruppo non significa niente, halfling" rincalzò Xanaphia con sdegno "non ha mai significato nulla! hai sempre voluto fare di testa tua, e queste sono le conseguenze. Invece di rimanere qui a Nulb, in mezzo alle ombre, solo per cercare tesori come prima al porto, avremmo potuto tornare in città, e a quest'ora Dum sarebbe ancora vivo!!"

"Non mi puoi accusare di aver provocato la morte del nostro compagno! Non avrei mai messo nessuno in pericolo di vita solo per i soldi, cazzo! come puoi pensare una cosa del genere? sono un avventuriero, ma non un bastardo! Ragazzi, ditegli qualcosa..." Spin rimase di sasso quando incrociò gli sguardi dei suoi compagni d'avventura "non sarete mica d'accordo con lei! Non vorrete mica dire che è stata colpa mia! Non vorrete.."

"Spin" lo interruppe Goliath "lo sai anche te che noi ce ne volevamo andare il più in fretta possibile. Xanaphia ha reagito così perchè è ancora sconvolta dalla perdita di Elvor, ma non è la prima volta che ne parliamo.. ricordi cosa ti ho detto ancora tempo addietro? Non puoi fare le cose di testa tua, metti a repentaglio le nostre vite! Come quando hai lanciato senza pensare quella biglia di forza nel tempio. Non possiamo più continuare così.."

"Stai forse dicendo che non ti piace il mio modo di combattere, pertica con le orecchie a punta?"
"Si, proprio così. Ne ho parlato anche con gli altri. Non ti vogliamo più, perchè non ci possiamo fidare più di te.."

"Proprio così" aggiunse Xanaphia "ricordi quando sentimmo dei rumori fuori dalle mura del Tempio del Male Elementale? Tu non avresti esitato ad abbandonare Elvor indifeso pur di inseguire chiunque fosse stato lì vicino.. Ti sembra un comportamento prudente?"
"Era la cosa più intelligente da fare. Se quel qualcuno fosse tornato un'ora dopo con 20 amici, saresti stata così sicura di te?"

A quel punto intervenne Warsteiner: "Sentite, ragazzi, qui abbiamo un problema. Un problema che non si risolverà a male parole o ricordando sgarri passati. Che suggerite?"
Xanaphia prese la parola "Mi sembra ovvio. Io vado da una parte, Spin da un'altra.. Voialtri fate come vi pare, e che.."

Non ebbe il tempo di finire la frase. Inarcuò la schiena ed emise un orrendo grido di dolore mentre la punta di una spada si faceva strada attraverso le sue viscere fino a perforare la piastra frontale della sua corazza come fosse pergamena. I suoi splendidi occhi azzurri si paralizzarono in un'espressione di sorpresa, mentre il suo corpo cadde a terra con un tonfo sordo.

Goliath lanciò un grido d'orrore e si precipitò a soccorrere la malcapitata. "Non morire, non morire, non morire, non.. morire!!!!!". Lasciò che le lacrime si facessero strada attraverso la sua corazza psichica e il suo ferreo addestramento, e prese il volto di lei tra le sue mani singhiozzando.

Dietro il corpo ormai privo di vita della coraggiosa ranger riemerse il terribile guerriero non morto; appena lo vide Warsteiner emise un grido di rabbia.
"TU, TU BASTARDO! Avevo dunque ragione, non eri caduto sotto i miei colpi a Nulb, ignobile creatura! Era solo uno sporco trucchetto per fuggire! Ma ora assaggerai la mia spada! MUORI!"

Il possente Warsteiner sollevò lo spadone e con un grido che non aveva nulla di umano si lanciò verso la creatura, che lo aspettava immobile con un orrendo sorriso tagliato in due dallo sfregio che solcava il suo volto. Mentre correva, lasciò che tutta la rabbia che aveva imparato a controllare nel corso della sua vita avesse via libera, e si impadronisse di lui. Le sue spalle si raddrizzarono, la stanchezza e il dolore scomparvero, il battito del suo cuore raddoppiò di velocità e la spada nelle sue mani sembrò pesare molto meno, tanto che la afferrò con una sola mano mentra con l'altra sfoderava la sua ascia magica. Si lanciò come una furia divina sulla creatura brandendo entrambe le armi, e cominciò a sferrare colpi a destra e sinistra, colpi che venivano sempre respinti dallo scudo del nemico, che si muoveva a velocità sovrannaturale. Ma tanta era la rabbia del barbaro che presto lo scudo con il simbolo dell'Antico Occhio venne spezzato dalla gragnuola di colpi.

"SEI MIO!" gridò Wars, ma il colpo seguente non andò a segno, respinto da una barriera magica che circondava il corpo etereo dell'ombra. "Ma cosa..."

La creatura, approfittando dell'istante di smarrimento di Wars, tentò di colpirlo al petto con la punta della spada. Il barbaro però intuì la mossa e riuscì a schivarla con un balzo al'indietro.

L'ombra conficcò nel terreno la propria spada e congiunse le mani. Abbassò lo sguardo e cominciò a bisbigliare strane parole con un filo di voce. "Eh no" gridò Wars balzando in avanti, ma il suo attacco rimbalzò ancora una volta contro lo scudo di forza. Inoltre, nella foga dell'ira barbarica l'esperto guerriero aveva purtroppo lasciato un fianco scoperto. Ombre azzurre e scariche elettriche si sprigionarono dalle mani dell'ombra, mani che andò a posare sul petto indifeso di Wars. Nel momento in cui il barbaro fu toccato, lanciò un'orribile grido di dolore e cominciò a tremare preda di terribili convulsioni, mentre le scariche scorrevano dalle mani dell'ombra attraverso il suo petto. Quando la scarica si esaurì, il corpo di Wars cadde a terra come un sasso con un tonfo, e dalla sua bocca uscì un filo di fumo. I suoi occhi aperti erano ora divenuti opachi.

L'ombra emise una risata gutturale e si rivolse verso il corpo senza vita di Xanaphia. Goliath, con il volto rigato dalle lacrime, si rialzò e fissò senza più paura il nemico. Il corpo del monaco era circondato da un'aura azzurra, e i suoi occhi erano ora accesi come un modello in scala ridotta di un girone infernale.
Alle spalle dell'ombra improvvisamente apparve Spin: era riuscito a tenersi nascosto durante le prime fasi concitate dello scontro ed ora stava preparando la sua mossa più letale. Sfoderò il pugnale, e fece un passo in avanti. Poi un'altro. La mano che teneva il pugnale tremava, la costrinse a stare ferma stringendola con l'altra. Ora non si poteva permettere di sbagliare. Un'altro passo. Ormai distava non più di un paio di metri dall'enorme figura nera.

Chiuse gli occhi, trattenne il fiato, poi gridando "VENDETTA!" con un balzo conficcò per intero la lama del suo pugnale nella nuca dell'avversario. Sapeva che un colpo del genere l'avrebbe ucciso all'istante. Ma si sbagliava. La creatura, appena infastidita dal pugnale, si voltò e con velocità inaudita afferrò l'halfling per il collo e lo sollevò a due metri da terra. "Tu sei l'ultimo della lista" bisbigliò nell'orecchio del povero ladro ormai paonazzo, e con forza sovrannaturale lo scagliò lontano. Cadde dopo un volo di dieci metri e rimase immobile.

Poi tornò a fissare il monaco. La sua furia distruttiva traspariva attraverso tutto il suo essere fisico: una macchina da guerra che quella mattina avrebbe mietuto sangue o sarebbe caduta sul campo di battaglia. Anni di addestramento alla pace interiore, alla fredda riflessione e al calcolo erano stati annullati dalla vista dei suoi compagni caduti sotto i colpi di un nemico tanto terribile.

Goliath sollevò i pugni e si preparò al combattimento. Sapeva che non doveva cedere completamente alla rabbia, sapeva che se rimaneva in difesa aveva maggiori probabilità di sopravvivere al primo scontro e portare a segno un contrattacco. Incrociò gli avambracci davanti al petto e al volto e piegò il ginocchio sinistro, portando il piede destro leggermente indietro. Poi sibilò "avanti, sono qui che aspetto".

L'ombra si lanciò in avanti brandendo la spada con la destra, ma a metà strada allungò in avanti la mano sinistra con il palmo aperto. Attorno alla mano si formò una sfera di fuoco che partì rombando in direzione del monaco; questi era comunque pronto a tutto, e la palla di fuoco si schiantò con un'esplosione accecante sulle sue braccia, senza scalfirlo. Ma nel momento in cui il bagliore si dissolse, Goliath vide con orrore che l'ombra l'aveva ormai raggiunto e stava per colpirlo. Fece appena in tempo a lanciarsi indietro, e vide la spada sibilare davanti a lui graffiandogli le vesti ma senza ferirlo.

"E' dannatamente veloce. Devo stare attento. Questo non è una avversario come tutti gli altri."

Il monaco sferrò una rapida serie di pugni tesi a colpire i punti vitali meno scoperti dell'avversario, ma questi schivò completamente l'attacco, e rispose con un calcione che per per poco non raggiunse il petto dell'avversario. "Per Corellon, mi avrebbe senz'altro spezzato tutte le costole!".

Con nuova foga, Goliath si lanciò ancora in avanti, e cominciò a menare pugni e calci con precisione millimetrica e forza quasi inumana verso ogni possibile punto debole del sistema difensivo dell'avversario. Un paio di pugni andarono a segno, uno al collo e uno su un braccio, ma parvero non sortire alcun effetto. Anche la difesa di Goliath funzionava molto bene, e lo teneva al riparo da tutti i contrattacchi del nemico.

Ma quando la situazione pareva essere ormai in stallo, l'ombra estrasse dalla tasca della cintura una pozione che gettò in terra. Goliath fece appena in tempo a vedere la boccetta schiantarsi in terra, quando un bagliore bianco fosforo lo accecò completamente. In difesa totale, tentò di capire dove si trovava l'avversario, ma non potè fare nulla contro il colpo di mano guantata che si abbattè su di lui pochi istanti dopo. L'ultimo rumore che udì fu quello del suo collo che si spezzava. "Corellon.." esclamò con l'ultimo fiato rimastogli, prima di chiudere gli occhi.

L'ombra raggiunse il punto in cui era caduto Spin. Il piccolo ladro era ancora steso, ma non privo di sensi. L'ombra alzò la spada. L'halfling chiuse gli occhi e, non avendo una divinità a cui appellarsi, non potè fare altro che attendere la fine in silenzio. Ma la fine non arrivò. Arrivò invece una fitta di dolore che mai prima aveva provato, mentre la creatura con un pugno terribile gli distrusse il ginocchio destro. Iniziò a gridare e piangere, mentre ogni terminazione nervosa del suo corpo lanciava messaggi di dolore straziante e definitivo. Ma, come ho detto, la fine non arrivò. L'ombra si chinò su di lui e gli disse, con una voce proveniente dall'oltretomba "guarda".

Poi andò a raccogliere i corpi di Goliath, Xanaphia, Warstainer e li posò sullo spiazzo bruciato dove aveva perso la vita Dum. Estrasse da una tasca 4 gemme trasparenti, simili a diamanti, e li gettò in mezzo al mucchio.
Si allontanò, si inginocchiò e iniziò a pronunciare una lunga formula magica. A un certo punto il terreno intorno ai corpi venne ricoperto di una nebbiolina nera, dapprima a malapena visibile, poi sempre più densa, che arrivò a nascondere i caduti alla vista di Spin, già annebbiata dal dolore e dalle lacrime.
Quando la cerimonia fu completata, l'ombra si alzò e camminò verso lo spiazzo. Al suo passare la nebbia si dissolse, come colpita da un soffio di vento. I corpi erano ancora lì, ma le gemme che la creatura raccolse erano ora nere come la notte.
Il guerriero si avvicinò a Spin e cominciò a parlare.

"Io sono Lareth, signore di Nulb. Quando mi avete sconfitto, il mio corpo è stato riportato alla vita eterna dai Sognatori di Morte del Tempio della Distruzione Totale, affinchè potessi diventare il campione di Tharizdun, l'Antico Occhio Elementale. Queste gemme racchiudono le anime dei tuoi amici, e ora verranno per sempre custodite nei sotterranei del Tempio, insieme alle anime di tutti coloro che nei secoli hanno sfidato l'Antico Signore.

Ti dono la vita, affinchè tu possa riferire ciò che hai visto. Ormai il male ha vinto, visto la scomparsa dell'ultimo pericolo che lo minacciava. Ma fai in modo che le nostre strade non si incontrino mai più."

Dopo aver pronunciato queste parole, la creatura scomparve in un lampo.

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Non ho potuto fare altro che avvisare Ydei affinchè mandasse qualcuno a recuperare quanto era rimasto degli eroi. E ora, mentre osservo i loro freddi corpi o ciò che ne rimane, in attesa della degna sepoltura, non posso fare a meno di riflettere: potevo fare qualcosa? E' forse stata colpa mia? Forse sarei potuto intervenire molto prima per evitare che nascessero gli attriti che hanno portato il gruppo alla disfatta. Forse avrei dovuto. Ma non ne sono stato in grado. E di questo ti chiedo perdono, oh Corellon. Ho fallito la mia missione. Sono pronto per tornare a te. Anche perchè ormai non ho più motivo di solcare ancora le strade di questo mondo.

Sguaino il pugnale e senza alcuna esitazione me lo conficco profondamente nel petto, all'altezza del cuore. Mentre la mia anima si divide dal mio corpo e inizia la strada del ritorno verso le aule celesti di Corellon da cui proviene, si sprigiona una fiamma verde che in un istante consuma le mie vesti mortali non lasciando nulla sul marmo bianco della cattedrale. L'ultima cosa che vedo prima di scomparire è Ydei che in un angolo in ombra osserva la scena, mentre una lacrima riga il suo volto. Addio.

Master PicciMario, ore mezzanotte e cinquanta del giorno quattordici del mese di maggio dell'anno del Signore 2006.

03 maggio 2006


Sono Jesper Vladum chierico di Heironeous, sono stato incaricato dalla mia Chiesa di indagare la fonte dellìinfestazione malvagia che è stata avvertita nei dintorni di Hommlet; istruito dai miei superiori ho appreso dell'esistenza di un tempio consacrato ad una divinità malvagia venerata da un culto di adoratori fanatici. Il loro scopo è la pura e semplice distruzione di ogni cosa ed essere vivente estraneo alla loro cerchia. Anni fa il tempio ed il culto sono stati eliminati ed ogni loro nefanda attività interrotta per sempre...o perlomeno questo era ciò che si credeva...il timore è che il Male ora si sia ridestato da qualche parte sottoterra.

Insieme ad un manipolo di Paladini del Valore e ad altri chierici abbiamo attraversato la tana di morte e corruzione che ha nome Nulb, qui sono caduti i miei compagni Criss, Alain, Duncan e Jalin. Usciti da quell'incubo abbiamo attraversato a passo veloce un tranquillo bosco fino a sbucare dinnanzi alle rovine di quello che una volta era il Tempio consacrato al Male; mentre esploravamo l'area abbiamo subito l'attacco dell'orribile progenie dell'Ombra che pare essere onnipresente in questo luogo dannato, i poteri conferitici dal Sommo Signore del Valore sono bastati per scacciare quelle immonde entità...purtroppo nulla ho potuto dinnanzi ad un abominio oscuro di enorme stazza che ha fatto scempio di Daelos sbucando all'improvviso attraverso il terreno...i due paladini rimasti si sono subito gettati contro quell'orrore tentando invano di colpirlo mentre io cercavo di allontanarlo senza purtroppo sortire alcun effetto. Mentre combattevamo alcuni avventurieri accampati nelle vicinanze sono giunti in nostro aiuto richiamati dal rumore dello scontro; scontro che, ahimè, ha avuto un esito infausto poichè Prigioz ed Oscar sono periti mentre combattevano e la creatura ha infettato con il suo seme nero uno degli avventurieri accorsi che si è poi scagliato contro i suoi compagni costringendoli così ad abbatterlo...costui, ho poi appreso, era anch'egli un sant'uomo a nome Elvor; dedito alla venerazione del divino Corellon. Ho fatto voto di restituire il Suo Simbolo al tempio di Corellon più vicino onde così onorare la sua memoria.

Codesti avventurieri sono qui anch'essi alla ricerca della fonte di questa contaminazione malvagia al fine di estirparla, mi hanno concesso di unirmi a loro in questa missione poichè entrambi abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile...in luoghi come questo le forze del Bene devono superare le diffidenze ed unirsi per combattere oppure saranno soverchiate una ad una dalle orde del Male...penso che il mio Signore possa avere in grazia costoro; il Valore non pare essere una qualità della quale posson essere trovati mancanti, sono persone molto differenti; tra di loro vi è un barbaro umano di nome Warstainer grezzo ma efficace benchè non ami particolarmente la magia, un monaco mezzelfo di nome Goliath che pare non abbia altra arma all'infuori delle proprie mani, una ranger del popolo degli elfi di nome Xanaphia in possesso di una grande abilità con l'arco ed un esploratore halfling di nome Spin che utilizza i suoi sensi acuti per controllare i dintorni ed informare i suoi compagni di ogni eventuale pericolo.

Ora devo andare a coricarmi per la notte, domattina abbiamo intenzione di tornare in direzione di Hommlett poichè mi deve esser mostrato uno strano sotterraneo che pare permeato dal Male incarnato...non ho potuto comprendere molto dagli sconnessi resoconti del barbaro ma sono intenzionato a comprendere quale tipo di maligna genia ho innanzi al fine di poterla distruggere più agevolmente.

Che Heironeous mi assista, il Signore del Valore mi consenta di passare questa notte indenne affinchè io possa pregarlo all'alba dell'indomani per poi tenere alto il suo nome per un altro giorno della mia vita.

Jesper "Dum" Vladum.

15 marzo 2006

Mai avevo incontrato simili entita'. Ne avevo letto nei mei studi da giovane, ma... si sa, certe cose vengono accantonate nei ricordi ed etichettate come 'favola per bambini'. Esseri incorporei, molto rapidi nel movimento, ma soprattutto silenziosissimi... Appunto il silenzio e' stata la prima cosa che ci ha acccolto al nostro ingresso in Nulb. Tutto il mondo si e' spento, come se ogni suono fosse stato risucchiato via da una forza malvagia.
Il mio cuore puro sentiva come una gabbia di spine attorno a se', il Male Puro permea questo villaggio abbandonato.
E se questo e' solo l'inizio (si, credo proprio che sia una piccola parte di quello che ancora ci aspetta), a cosa dobbiamo essere preparati?
Ma la nostra missione e' chiara: oltrepassare il villaggio e scoprire cosa c'e' nel Tempio del Male. Ho pensato che forse potremmo renderci invisibili, potrei chiedere alla mia Divinita' di assisterci in questo, ma il rischio di essere scoperti e' comunque presente. E se ci scoprissero? La fuga e' l'unica via, le nostre armi possono veramente poco contro questi spiriti maligni... In tal caso credo che cerchero' di spaventarli con il sigillo di Larethian. In modo almeno da tenerli lontani.
Ne devo parlare con il gruppo, questi sono solo i pensieri di un chierico.
Loro sono gente piu' pratica, credo che le nostre menti siano complementari, e partoriranno di certo la soluzione migliore.
Oh, divino Larethian! Una oscura nube si affaccia davanti a noi, illumina il nostro cammino, e proteggici da questo male!

E così sono sopravvissuti ancora una volta.. che siano proprio loro gli eroi della leggenda? Chissà.. Anche un Tessitore del Fato culla delle speranze.. anche se la mia esperienza mi ha insegnato nel modo peggiore quanto sia doloroso cullare speranze destinate a essere disattese..
Le linee del loro fato continuano a intrecciarsi al Male Elementale. La sacerdotessa ha ascoltato le mie parole e li ha spinti verso l'antico Tempio abbandonato. Troppi sono i sussurri del Male provenienti da quel luogo sacrilego per non darvi un'occhiata. Dopotutto, da lì tutto è cominciato. Ma qualcosa mi dice che la conclusione li spingerà altrove.
Ho seguito i loro movimenti nelle ultime ore, sempre prestando attenzione a non farmi notare. Li ho visti entrare nell'antico borgo abbandonato di Nulb, e li ho visti quasi soccombere di di fronte alle creature che ora lo abitano, creature che hanno visto il confine tra la vita e la morte e ne sono innaturalmente fuggite, condannando se stesse a solcare le vie di questo mondo pur non facendone parte. Li ho visti fuggire in preda al terrore, e tornare in paese a chiedere aiuto alla sacerdotessa. Un piccolo aiuto dall'alto e sono coraggiosamente ripartiti, più agguerriti che mai. Corellon guida i loro passi, lo sento. Li ho visti varcare ancora una volta senza esitazione le soglie di quel luogo sacrilego e spingersi avanti, un combattimento dopo l'altro. Per ora stanno combattendo bene, la mia fiducia in loro sembra ben riposta.
Che Corellon protegga le loro anime e i loro passi.

02 marzo 2006

Il nostro sospetto era fondato, il mulino era un covo di adulatori del male.
Dopo una ricognizione pomeridiana, siamo tornati al mulino coperti dal confortante mantello della notte. Le strade erano tranquille prima del nostro arrivo ed ho avuto tutto il tempo per constatare che la robusta porta del caseggiato era sbarrata dall'interno e non aveva nemmeno la serratura; una porta senza serratura, che spreco!
Trovammo un'altra enrata, molto meno comoda della principale. Il mozzo della ruota ad acqua, entrando verso la macina lasciava un piccolo spazio, sufficente per lasciar passare un uomo di taglia piccola o media senza problemi. Questa valutazione avventata, mi ha portato a sottovalutare il grosso marchingegno meccanico. Un passo maldestro, uno scivolone e caddi a terra, disteso da un colpo alla testa inferto da una pala rotante.
Poco dopo venne in mio aiuto Goliath che, con non poca fatica, si fece spazio nel buco ed entrò trovandomi in quelle condizioni. Mi ripresi in tempo per vedere uno spettacolo che ancora faccio fatica a credere possibile: Il fuoco della torcia impugnata da Goliath si ingrandì istantaneamente e con un boato esplose scagliando il nostro monaco contro la parete e infliggendo pesanti ferite anche a me.
Neanche il tempo di capire il motivo di quella esplosione e dalla porta appaiono degli individui, sconcertati da quello che stava succedendo al loro mulino. Cercando di convincerli che non era colpa nostra, mi rendevo conto che la balla non reggeva, intanto preparavo le armi.
Da fuori sentii uno schianto contro la porta e un mugugno: era warst che, al suo solito, vuole risolvere le cose a spallate, peccato che la massiccia porta di legno ha retto il poderoso colpo.
I bastardi attaccarono Goliath, che si prese gioco di loro schivando tutti i colpi inferti.
Pochi istanti dopo Xanaphia, con un colpo di genio, utilizzando un incantesimo scardinò la porta rimpicciolendola.
Ci trovammo 5 contro 5. Un altra volta il bene contro il male nel fuoco dell'incendio. Sul più bello del combattimento, quello che doveva essere il capo del gruppo estrasse dalla tasca una piccola sferetta, che scagliata verso di noi, esplose, intrappolando Warsteiner in un globo di energia.
Non fu per niente facile in quella situazione, ma ce la siamo cavata, dando prova delle nuove capacità appena acquisite con l'addestramento.
Abbiamo fatto molto chiasso e la piccola città di Homelett si stava svegliando intorno a noi, era il momento di correre via. Malmessi per il combattimento e appesantiti dall'equipaggiamento sottratto ai perdenti ci dileguammo tra le ombre della notte, confondendoci tra la gente che accorreva in senso inverso.
Elvor, per paura che l'incendio si propagasse a tutta la città, con un incantesimo spense le fiamme gettando una enorme quantità di acqua su quello che rimaneva del mulino. Fu spettacolare, una grossa bolla d'acqua si materializzò sopra le fiamme e subito dopo cadde, sfasciando le travi del tetto e spegnendo l'incendio.

La notte passò tranquilla ed Elvor ebbe molto da fare per rimetterci tutti in forma. Il giorno dopo siamo andati al negozio di pozioni per identificare e fare acquisti... più o meno.
Abbiamo trovato altre folgoranti rivelazioni tra gli effetti personali di quelle persone. Lettere e diari molto interessanti riguardo ad un tempio ed un carro, ma adesso non ricordo di più. Dovremo pensare bene, prima di fare un nuovo passo dentro questa storia.

Nella stanza da letto del mulino abbiamo trovato anche un libro. E' scritto a mano, molto curato. So che è un libro di magia arcana, ma la lettura è molto complicata, ma credo di aver capito da che parte cominciare...

01 marzo 2006

Cammino lentamente nell'oscurità. Passo dopo passo, in silenzio. "Silenzio di tomba" penso, mentre mi spingo avanti nelle tenebre, e un sorriso amaro si dipinge sul mio volto. Le tombe non sono affatto un luogo silenzioso. Certamente non da queste parti.
La Trama è potente in questo posto. E anche molto instabile. Solo enormi eventi di natura magica, che sfuggono inevitabilmente a qualunque mente umana, possono aver distorto in tal modo la creazione della Dea suprema. E dove la Trama si indebolisce, fà capolino l'Oscura Simmetria. "Perchè" mi domando "perchè la follia degli Dei ha potuto fare questo? E perchè la storia non ha insegnato nulla agli stolti umani?".
Protetto da un incantesimo di Schermo e sfruttando la mia Infravisione continuo a muovermi nell'oscurità più totale, senza produrre un singolo fruscio. Persino colui che può manipolare il fato si lascia cullare dal desiderio appena sopito di incontrare qualcuno in grado di raccontare cosa porta i Sognatori di Morte a questa nuova follia, pur sapendo che è impossibile: dove sono passati gli eroi, nulla si muove. O quasi.
A un certo punto il mio udito raffinato da anni di silenzioso esercizio rivela dei passi vicino a me. Mi volto e per un singolo microistante il sangue mi gela nelle vene: possibile che un ghoul, un'immonda creatura di morte sia sfuggita alla caccia spietata? Evidentemente sono rimaste delle zone d'ombra, meglio essere prudenti. Punto una mano contro l'orrenda creatura, mi lascio cullare per un secondo dal suo sguardo di fuoco che farebbe vacillare qualunque essere umano, permetto alla potenza della Trama di attraversare il mio corpo. La mia mano inizia a risplendere di fuoco magico, e in un istante il non morto esplode in una palla di fuoco puro.
Anche se pare inutile, meglio fare le cose per bene. Mi dirigo verso i resti fumanti della creatura e, ignorando il fetore d carne bruciata, impongo le mani e sussurro "io ti interdico dal male, ora e per sempre". Il terreno risplende di luce azzurra, e quel che rimaneva della creatura si dissolve in un mucchietto di polvere finissima. "Riposa in pace, figlio di puttana".
Anche se ben mascherata e controllata, l'influenza di un Tessitore del Destino sulla Trama può essere facilmente notata, quindi sarà meglio non dilungarsi ulteriormente. In fin dei conti sono qui solo per toccare con mano i progressi degli eroi. Gli dei stessi non permettono agli Esterni di influire nelle faccende umane. E la battaglia finale tra il Bene e il Male è una cosa tipicamente umana.
Raggiungo l'orlo dell'abisso e scruto verso il basso, immaginando di vedere l'obelisco decine di metri più in basso. "Fino a qui sono arrivati. Ora si fa sul serio. Che gli dei, la materia, la trama e l'universo intero abbiano pietà di loro. E li conducano alla loro meta".
Bisbiglio una breve formula e scompaio nel portale.

Il vuoto.
Cos'è il vuoto?
Beh, l'ho scoperto a mie spese. Tutto si chiude attorno a te, per divorarti e dilaniarti, e tu non sei nulla, un piccolo lepisma in confronto alle immense fauci del Nulla.
Mentre cadevo dalla piattaforma pregai Larethian, come solo io so fare, perchè avesse pietà di me, suo umile e fedele servo.
Ma forse la paura prese il sopravvento sulla mia Fede. Quando sentivo l'aria che fischiava sempre più, la sensazione di impotenza e terrore dentro di me mi fecero dubitare.
Non sia mai. Tuttora, a mente lucida, non mi capacito di quello che è successo. Forse la componente umana (notoriamente più debole se posta sotto pressione) che vive dentro me mi ha tradito...
Ma Larethian, pur volendo punirmi per il mio errore, ebbe compassione.
Il dolore era così forte da non poter essere nemmeno percepito, ma non ero morto. Sapete, quel sottile confine tra l'essere protagonisti della Vita o subire gli eventi del Fato... E il Fato è stato clemente con me, concedendo ai miei compagni (non smetterò mai di ringraziarli) di arrivare in tempo da me, e di ridarmi la vita. In un certo senso loro hanno avuto il potere degli Dei nelle loro mani, le redini della legge di vita o morte.
Ma tutto questo è stato un duro colpo per il mio morale, capisco di aver ancora molto da affinare, la Fede deve essere sempre più radicata in me.
Andrò a parlarne con Ydei, la saggia sacerdotessa di Hommlet, perchè ho bisogno di una consulenza spirituale, voglio ritrovare lo spirito che era in me, e renderlo ancora più forte.
Non so quanto tempo mi occorrerà, saranno gli Dei a deciderlo. E non me ne importa, questa ricerca interiore ha per me priorità massima, tutto il resto può aspettare.
Perchè sembro così spavaldo nel non considerare l'incombente pericolo? Perchè il mio cammino è già iniziato, ed ho fiducia negli dei, che ci proteggeranno! Sia sempre lode a Larethian!

24 febbraio 2006

Ci ha toccati. Dalle suole delle scarpe è risalito lungo le nostre gambe togliendoci la forza di andare avanti. Tornando alla luce, il mondo sembrava sempre lui, gli stessi colori, gli stessi profumi e la stessa armonia.
Ma noi sapevamo, sapevamo cosa è celato nel profondo di quella terra umida. E' forse magia malvagia o è un essere vivente imprigionato nel marmo? So che dovremo tornarci, e non ne sono felice.

Tornando a casa ho ripensato a quanto ero indifeso e incapace pochi anni fa. Queste avventure mi temprano e mi spingono continuamente a migliorare le mie innate abilità. Mi sento più forte, i miei muscoli sono più elastici e le mie capacità di tiro sono nettamente migliorate. Credo di aver assunto una precisione assoluta con la mia balestra. Ne è una prova il tiro che ho inferto a quell'umano vestito d'ocra, nella stanza della strana statua. Mi sono accorto che la spada la uso con riluttanza e non trovo sia l'arma adatta a me. Appena avrò un attimo cercherò un pugnale adatto a me, piccolo, leggero ed affilato, in grado di penetrare anche la più dura scorza. Uccidere è il mio mestiere e sto diventando sempre più bravo e preciso. Cercherò anche una garrotta, dà poco impiccio appesa alla cinta ed è micidiale nelle mie mani.

Durante l'ultima spedizione, ho avuto un contatto forte con la magia e ne porto i segni sul viso, nonostante le cure di Elvor. La magia è una grande forza, e mi ha sempre affascinato. Anni orsono imparai ad utilizzare oggetti magici e negli ultimi giorni sono diventato molto esperto a lanciare dardi incantati con la mia provvidenziale bacchetta. Ma il contatto con quel glifo di protezione mi ha fatto sentire sulla pelle quanto siano utili e pericolosi gli incantesimi arcani. Nonostante la mia abilità non sono riuscito a trovare la chiave magica per dissolvere l'incantesimo. Le serrature metalliche in confronto sono dei giochi da piccoli umani.

In queste terre la magia è la principale causa delle disgrazie e delle glorie del mondo, e può essere molto utile per togliersi dai guai. Per questo ho deciso di investire un po' del ricavato delle nostre avventure per comprarmi un buon libro, e studiare l'arte della magia arcana. Non sarà facile ma sono convinto di poter diventare, in un prossimo futuro, un buon mago.

19 febbraio 2006

Questo posto mi da il voltastomaco.
Ormai sono giorni che non vediamo il sole e non ho idea di quanto tempo sia passato dal nostro ingresso in questo umido labirinto sotteraneo. Riposiamo quando siamo stanchi ma non sono mai riuscito ad addormentarmi veramente, ma ci sto facendo l'abitudine.
Quello che non riesco più a sopportare è l'odore. L'odore di morte, umido e pesante che ad ogni passo verso il basso si fa più pesante ed intenso. E' l'odore del male, ricacciato dal mondo degli umani nelle oscurità di questo luogo, dove dorme da tanti, innumerevoli anni.
Siamo forse troppo intraprendenti, avanziamo di porta in porta, cercando di capire di più sul passato di questo luogo, inconsapevoli esploratori di una verità che forse non siamo in grado di comprendere.
Elvor ha capito il mio stato, ha visto i miei occhi e si rende conto di quali pensieri stanno minando la mia volontà.
Nei momenti di riposo, quando c'è silenzio, mi tornano alla mente dei ricordi che pensavo sotterrati per sempre.

Eravamo a casa nella nostra capanna, avrò avuto 10 anni, e l'oscurità era già arrivata, anticipata dall'inverno.
La nostra casa era lontana dal villaggio, vicino ai campi della foglia di the, appartenuti da generazioni alla mia famiglia. Mio padre Ron era stato chiamato dall'esercito halfling, erano i tempi delle guerre fratricide tra clan. Mia madre Lena, stava preparando un frugale brodo di verdure quando fecero irruzione 2 umanoidi, che in seguito conobbi con il nome di orchi. Ci chiesero da mangiare, mia madre rispose che avevamo solo del brodo di verdure. In risposta presero mio fratello minore (n.d.r. Spinello) e con un colpo di machete gli troncarono la testa, buttandola in pentola.Ricordo le loro parole: "Adesso abbiamo anche la carne".
Scappai dalla finestra, senza avere il tempo di prendere nulla, correndo per la conosciuta foresta senza mai voltarmi. Corsi in direzione del sole fino allo sfinimento. Un giovane chierico devoto al dio Corellon mi trasse provvidenzialmente in salvo. Non vidi mai più mia madre, e non ho speranza di vederla nuovamente.

Questo silenzio mi distrugge e questo odore mi logora. Spero che qualche non morto si avvicini, così la mia mente sarà occupata e smetterò di ricordare. Non voglio più ricordare.
Voglio solo pensare a pietre preziose e monete, che questa avventura ci regalerà. Se dio vorrà.

Spin Fogliadithe