Draghi ed Eroi(peccano non ce ne siano...!)

Le avventure di un Barbaro, un Monaco, un Ranger, un Chierico e un Ladro (e il loro prode Master)

Ricordiamo il vecchio amico Elvor, compagno di avventura e bevuta...
...morto in battaglia per la causa del bene.

24 febbraio 2006

Ci ha toccati. Dalle suole delle scarpe è risalito lungo le nostre gambe togliendoci la forza di andare avanti. Tornando alla luce, il mondo sembrava sempre lui, gli stessi colori, gli stessi profumi e la stessa armonia.
Ma noi sapevamo, sapevamo cosa è celato nel profondo di quella terra umida. E' forse magia malvagia o è un essere vivente imprigionato nel marmo? So che dovremo tornarci, e non ne sono felice.

Tornando a casa ho ripensato a quanto ero indifeso e incapace pochi anni fa. Queste avventure mi temprano e mi spingono continuamente a migliorare le mie innate abilità. Mi sento più forte, i miei muscoli sono più elastici e le mie capacità di tiro sono nettamente migliorate. Credo di aver assunto una precisione assoluta con la mia balestra. Ne è una prova il tiro che ho inferto a quell'umano vestito d'ocra, nella stanza della strana statua. Mi sono accorto che la spada la uso con riluttanza e non trovo sia l'arma adatta a me. Appena avrò un attimo cercherò un pugnale adatto a me, piccolo, leggero ed affilato, in grado di penetrare anche la più dura scorza. Uccidere è il mio mestiere e sto diventando sempre più bravo e preciso. Cercherò anche una garrotta, dà poco impiccio appesa alla cinta ed è micidiale nelle mie mani.

Durante l'ultima spedizione, ho avuto un contatto forte con la magia e ne porto i segni sul viso, nonostante le cure di Elvor. La magia è una grande forza, e mi ha sempre affascinato. Anni orsono imparai ad utilizzare oggetti magici e negli ultimi giorni sono diventato molto esperto a lanciare dardi incantati con la mia provvidenziale bacchetta. Ma il contatto con quel glifo di protezione mi ha fatto sentire sulla pelle quanto siano utili e pericolosi gli incantesimi arcani. Nonostante la mia abilità non sono riuscito a trovare la chiave magica per dissolvere l'incantesimo. Le serrature metalliche in confronto sono dei giochi da piccoli umani.

In queste terre la magia è la principale causa delle disgrazie e delle glorie del mondo, e può essere molto utile per togliersi dai guai. Per questo ho deciso di investire un po' del ricavato delle nostre avventure per comprarmi un buon libro, e studiare l'arte della magia arcana. Non sarà facile ma sono convinto di poter diventare, in un prossimo futuro, un buon mago.

19 febbraio 2006

Questo posto mi da il voltastomaco.
Ormai sono giorni che non vediamo il sole e non ho idea di quanto tempo sia passato dal nostro ingresso in questo umido labirinto sotteraneo. Riposiamo quando siamo stanchi ma non sono mai riuscito ad addormentarmi veramente, ma ci sto facendo l'abitudine.
Quello che non riesco più a sopportare è l'odore. L'odore di morte, umido e pesante che ad ogni passo verso il basso si fa più pesante ed intenso. E' l'odore del male, ricacciato dal mondo degli umani nelle oscurità di questo luogo, dove dorme da tanti, innumerevoli anni.
Siamo forse troppo intraprendenti, avanziamo di porta in porta, cercando di capire di più sul passato di questo luogo, inconsapevoli esploratori di una verità che forse non siamo in grado di comprendere.
Elvor ha capito il mio stato, ha visto i miei occhi e si rende conto di quali pensieri stanno minando la mia volontà.
Nei momenti di riposo, quando c'è silenzio, mi tornano alla mente dei ricordi che pensavo sotterrati per sempre.

Eravamo a casa nella nostra capanna, avrò avuto 10 anni, e l'oscurità era già arrivata, anticipata dall'inverno.
La nostra casa era lontana dal villaggio, vicino ai campi della foglia di the, appartenuti da generazioni alla mia famiglia. Mio padre Ron era stato chiamato dall'esercito halfling, erano i tempi delle guerre fratricide tra clan. Mia madre Lena, stava preparando un frugale brodo di verdure quando fecero irruzione 2 umanoidi, che in seguito conobbi con il nome di orchi. Ci chiesero da mangiare, mia madre rispose che avevamo solo del brodo di verdure. In risposta presero mio fratello minore (n.d.r. Spinello) e con un colpo di machete gli troncarono la testa, buttandola in pentola.Ricordo le loro parole: "Adesso abbiamo anche la carne".
Scappai dalla finestra, senza avere il tempo di prendere nulla, correndo per la conosciuta foresta senza mai voltarmi. Corsi in direzione del sole fino allo sfinimento. Un giovane chierico devoto al dio Corellon mi trasse provvidenzialmente in salvo. Non vidi mai più mia madre, e non ho speranza di vederla nuovamente.

Questo silenzio mi distrugge e questo odore mi logora. Spero che qualche non morto si avvicini, così la mia mente sarà occupata e smetterò di ricordare. Non voglio più ricordare.
Voglio solo pensare a pietre preziose e monete, che questa avventura ci regalerà. Se dio vorrà.

Spin Fogliadithe